Quest: Fattorie in fiamme

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view post Posted on 18/11/2009, 12:47
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Dio

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Nella regione di Dol Amroth, in periodo invernale, capitano spesso incidenti quali campi che vanno a fuoco, indendi in foreste e fienili. Gli sceriffi, i ranger e le forze dell'ordine locale hanno investigato a lungo sul motivo di questi incendi ipotizzandone prima un'origine dolosa, poi scartando l'ipotesi perché, nei punti in cui si era appiccato l'incendio non si trovava nessun indizio che lo potesse confermare.
Alcuni giorni fa un fattore ha sentito un nirtrito e, non possedendo cavalli, esce fuori dalla sua casa per vedere cosa stesse succedendo. Avrebbero anche potuto essere banditi a cavalli dunque uscì abbastanza velocemente armato di forcone.
Quello che vede è stato qualcosa di molto importante che diede una svolta alle indagini.
Il suo campo era in fiamme e delle luci provenivano dalla foresta e somigliavano proprio quelle di un fuoco che si allontanava. Anche la foresta rischiò di andare a fuoco se non per il tempestivo intervento del fattore e dei suoi figli che riuscirono ad estinguere le fiamme in tempo.

L'indomani il fattore spiega quello che ha visto accompagnando la sua versione con alcune prove come segni di zoccoli per la foresta. Le ipotesi vanno tutte ad un piromane a cavallo. Benché le ricerche siano state estese e molto frenetiche non si sapeva ne il volto e ne altro dell'incriminato. Un falco messaggero chiede aiuto alle fortezze per mandare qualche guerriero in gamba che potesse risolvere il mistero.
 
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Miharu Kudo
view post Posted on 20/11/2009, 11:39




SPOILER (click to view)
parlato Isys
pensato Isys
parlato spettro
parlato guardie


La camera era immersa nella penombra, opportunamente schermata dalle tende scure. Filtrava solo la debole luce necessaria a distinguere le ombre delle poche suppellettili che la arredavano: una scrivania, completa di sedia, vicino alla quale erano deposti una borsa, un arco con la relativa faretra e un bastone; un trespolo, su cui era appollaiato a testa in giù un grosso pipistrello, con le ali richiuse nella tipica posizione del riposo; infine un letto, su cui qualcuno sembrava dormire profondamente. Il silenzio del riposo ad un tratto fu interrotto da un debole clangore di catene, dapprima lontano, poi sempre più vicino, sino a che la penombra non fu interrotta da una flebile luce bluastra: lo spirito fece così la sua apparizione.
Dark, disturbato dal rumore dei ceppi, che legavano mani e piedi del fantasma, ma soprattutto dalla luce che emanava, aprì le ampie ali e iniziò a volare da un lato all’altro della stanza, lanciando nel contempo il suo caratteristico verso.
Lo spirito non fece né disse nulla, si limitò ad osservare il vampiro, con aria compiaciuta.
Ciò che però gli creava un notevole fastidio era vedere che la persona che ancora era coricata nel suo giaciglio, non mostrasse il minimo interesse per lui. Che avesse un sonno tanto pesante da impedirle di percepire cosa stava accadendo attorno a sé.
Le sue riflessioni furono smentite subito dopo, quando una voce glaciale, proveniente dalle coltri, gli rivolse la parola.

“Spero che, chiunque tu sia, abbia un buon motivo per innervosire Dark in quel modo e per disturbare il mio meritato riposo”.

Due occhi rossi, che brillavano come quelli di un gatto, stavano fissando l’ectoplasma, per nulla intimoriti dal suo turpe aspetto: infatti il poveretto, oltre ad essere legato come un salame, era costretto a tenere la propria testa tra le mani, sintomo dell’orribile morte a cui era stato condannato. A guardarlo bene si capiva che in vita non era stato un uomo, ma un demone. Isys non aveva mai visto lo spirito di un bene; in realtà, ora che ci pensava, non aveva mai visto uno spirito di alcun genere.

“Allora”, continuò l’elfa oscura, mettendosi in piedi, “cos’è, oltre alla testa di hanno mozzato anche la lingua?”.

Se avesse posseduto il senso del’umorismo, avrebbe riso della sua stessa battuta; ma non era così; no, non era proprio il suo caso.

“Noto una nota di sarcasmo nella tua voce”, rispose il fantasma, alquanto piccato per la frecciatina rivoltagli.

L’ultima arrivata si stava dimostrando alquanto irrispettosa e questo non gli piaceva. Comunque, era l’unica che al momento si trovasse nella fortezza, perciò poteva affidare solo a lei la missione. Poco prima, infatti, un falco messaggero aveva portato una richiesta di aiuto, proveniente dalle parti di Dol Amroth. Sogghignò, al pensiero che presto la tizia si sarebbe levata dalle scatole per un po’ di tempo. Chissà, magari ci avrebbe rimesso le penne...

“Senti, lenzuolo ambulante, io non ho tempo da perdere, perciò, se sei qui per un buon motivo, parla e poi dileguati”.

Nervosetta la tipa.

“Non è mia abitudine aggirarmi tra le stanze di questa fortezza per puro vezzo spiritico, soprattutto se devo avere a che fare con gentaglia come te. Se sono qui è per un motivo importante: sei stata scelta per compiere una missione. Preparati e scendi al piano di sotto. Lì troverai il dispaccio con tutti i dettagli. Ah, quasi dimenticavo! Attenta al tuo bel faccino, non vorrei condividere il mio spazio con un altro irascibile defunto!”.

Rise tanto che per poco le mani non fecero cadere la testa, quindi svanì, accompagnato dal consueto rumore metallico.
Con un fischio Isys richiamò Dark, che nel frattempo non aveva smesso un attimo di volare.

“Tranquillo, se n’è andato...”, gli sussurrò all’orecchio. Il vampiro si calmò all’istante, quindi Isys lo fece riaccomodare sul trespolo.

Puoi dire ciò che ti pare, stupido idiota, ma prima di scendere di sotto farò una bella doccia, pensò mentre si liberava dei pochi capì che indossava e si infilava sotto il getto d’acqua bollente.

Dol Amroth non era così vicino ed era il caso di approfittare di una delle poche ma essenziali comodità che la fortezza concedeva ai suoi ospiti.
Una volta ristorata dalla doccia, l’elfa finì di prepararsi e scese al piano di sotto, dove lo spirito l’attendeva.
“È tutto lì”, disse indicando un foglio di carta, posato su un tavolino. Isys lo prese e scorse velocemente le poche righe, vergate di tutta fretta da qualcuno che doveva avere una paura matta, a giudicare dall’irregolarità dei tratti.

“Altro da dire?”, chiese e senza neanche attendere una risposta dal demone fantasma uscì, armata di tutto punto e accompagnata dal suo fedele compagno di viaggio.

“Elfi oscuri... Tsk!”, esclamò lo spettro, infastidito.

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Ormai la fortezza non era che un puntino in lontananza, perciò l’elfa si fermò e, stavolta con calma, rilesse la richiesta d’aiuto.
Interessante... incendi misteriosi, nitriti nell’oscurità e segni di zoccoli sul terreno. La faccenda era stata bollata come un attacco di un piromane a cavallo, ma lei sentiva che sotto sotto c’era qualcosa di più... qualcosa che avrebbe reso quella missione più movimentata. Beh, almeno nono si sarebbe annoiata, o almeno così sperava.
Prese la carta del territorio, che portava sempre con sé, e la studiò con attenzione, per individuare il percorso più veloce e agevole; tuttavia, da un rapido esame capì che a strada non sarebbe stata per niente semplice. Avrebbe dovuto attraversare delle catene montuose e probabilmente guadare dei corsi d’acqua, sempre che non ci fosse un sentiero prefissato con dei ponti. Solo dopo quel lungo viaggio sarebbe giunta nel territorio di Dol Amroth, situato lungo la costa.
Ripiegò con cura la carta e quindi, con le rinnovate energie date dal provvidenziale riposo, si mise in marcia. Data la lunghezza del viaggio era meglio procedere con celerità.

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Il tragitto sino alle prime catene montuose fu abbastanza tranquillo, sia perché era difficile fare incontri nel deserto, sia perché la sabbia sottile e fastidiosa fu ben presto sostituita da un terreno roccioso che, per quanto brullo, offriva maggiori appigli per i piedi e consentiva di risparmiare le energie. Una volta giunta alle falde dei monti che avrebbe dovuto valicare, Isys notò uno stretto sentiero, più che altro una mulattiera, che si inerpicava per il ripido pendio, scomparendo ben presto tra le rocce e il basso strato di nubi, che rendeva la visibilità scarsa. Inoltre, il disco solare infuocato, ormai era diventato poco meno di uno spicchio arancione sopra la linea dell’orizzonte. Presto sarebbe calata la notte e con essa il freddo.
“Mio piccolo amico”, sussurrò l’elfa al vampiro, che sino a quel momento era rimasto appisolato tra i suoi capelli.
Tra le tante particolarità, il grande pipistrello aveva la facoltà di rendersi più leggero, così da non pesare sulla sua padrona, quando stava a contatto con lei. Non appena il chirottero sentì il suono della sua voce si mosse, spalancò le ali membranose e si mise a volteggiare sulla sua testa, attesa degli ordini.
“Ancora una volta ho bisogno del tuo aiuto, caro Dark. Sai cosa fare”, disse, indicando il territorio che si preparava ad esplorare.

Dark squittì e senza attendere oltre si allontanò, pronto a compiere il proprio dovere. Intanto Isys iniziò l’ascesa. L’oscurità era calata d’improvviso, ma le risorse dell’elfa erano molteplici. Non appena fu troppo buio per poter distinguere dove i piedi si posassero, la gemma incastonata in cima al bastone magico iniziò a brillare, di una luce fioca, ma sufficiente ad illuminare il cammino. Ogni tanto Dark tornava da lei e subito dopo si allontanava, segno questo che la strada era libera da trappole o malintenzionati.
Continuò a salire per alcune ore, sino a quando, all’improvviso, raggiunse l’erta.
Credo sia ora di riposarci un po’, pensò, mentre con un fischio appositamente modulato richiamava il pipistrello.

Questo fu da lei in un lampo. Prontamente Isys riempì una ciotola con il prezioso liquido, unica fonte di sostentamento del vampiro; poi prese dalla borsa un tozzo di pane e dell’acqua e mentre Dark beveva avidamente si ristorò.
Rimasero fermi per un’oretta, poi ripresero il cammino. La salita del ripido pendio aveva preso parecchio tampo, tanto che di lì a poco il sole sorse di nuovo, illuminando il panorama circostante, consentendo ad Isys di vedere bene il cammino. Al posto delle cime che aveva immaginato, davanti a sé si stendeva un lungo altipiano. La perfezione della piana non era naturale. Sembrava che una gigantesca falce avesse tagliato tutti i cocuzzoli di quei monti, riducendoli in polvere. Probabilmente in passato il luogo era stato un tetro scenario di battaglia, ma ormai il tempo trascorso era talmente tanto, da rendere impalpabile l’odore della morte e la sensazione di gelo che permane a lungo nei luoghi deputati agli scontri.
Ad Isys, d’altronde, non interessava né chi avesse combattuto lì, né per quale stupido ideale o tornaconto. ‘importante era che il cammino fosse sgombro da inutili ostacoli, che avrebbero potuto rallentarla, perciò di buona lena, riprese il viaggio, in quel monotono paesaggio.
Le perlustrazioni di Dark non erano più necessarie e poi il pipistrello odiava il giorno, perciò si rintanò di nuovo sotto i capelli ramati dell’elfa assopendosi subito dopo.
Il vuoto dell’ambiente circostante era lo stesso che regnava nella mente della donna. Piuttosto che sprecare energie preziose in pensieri inutili, preferiva concentrare la sua acuta vista sull’orizzonte davanti a lei, in cerca di un minimo particolare, che le rivelasse di essere orami a buon punto. Tale segno giunse sul fare della sera, quando un bagliore lontano attirò la sua attenzione. Incerta sul suo significato, Isys continuò ad avanzare, sino a che non giunse alla fine dell’altopiano: davanti a lei si apriva una vallata, che con dolce pendio conduceva sino alla costa. Proprio laggiù, su un promontorio si trovava Dol Amroth.
Il bagliore che aveva visto poc’anzi era il riflesso dei raggi del sole al tramonto sulla superficie lievemente increspata del mare. Una volata di vento gelido portò sino a lei il caratteristico odore di salsedine, misto però ad un acre odore di bruciato. Si guardò intorno: ad un esame più attento notò che una porzione di foresta che lambiva una parte del declivio, era andata letteralmente in fumo, come anche alcuni campi e diverse costruzioni. Ecco quindi aprirsi davanti ai suoi occhi lo scenario descritto nella richiesta d’aiuto. Non poté fare a meno di chiedersi se quegli incendi, di chiara matrice dolosa, avessero causato delle vittime: non perché provasse pietà e sofferenza per loro, ma per la semplice curiosità di vedere come poteva ridursi un corpo, completamente combusto dalla violenza delle fiamme e ridotto ad un rinsecchito pezzo di tessuti incartapecoriti e ossa rinsecchite.
Terminato l’esame preliminare della scena del crimine, l’elfa oscura iniziò la discesa verso la costa. Prima di vedere da vicino i luoghi dei misfatti, sarebbe andata a Dol Amroth, per comunicare ai notabili del luogo che l’aiuto tanto invocato era giunto; si sarebbe poi recata in una locanda, sia per pernottarvi, sia, soprattutto, per raccogliere alcune informazioni: i discorsi della gente del posto avrebbero potuto avere una qualche utilità per lei.

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L’accesso alla città era sorvegliato, come buona norma e regola, da alcune guardie, armate di tutto punto. A giudicare dalle loro espressioni torve, avrebbero gradito maggiormente trascorrere il loro tempo in qualche lupanare a fare bagordi, piuttosto che stare lì al freddo, col rischio di incappare in colui che aveva causato tutti quei danni di recente. Non era notizia certa, ma qualcuno sussurrava insistentemente che ci fosse la mano di qualche spirito malvagio dietro quei fatti e, in quanto gente fortemente superstiziosa, quei poveretti preferivano stare alla larga da ciò che non potevano comprendere.
Mentre confabulavano su chi, cosa e perché stesse facendo questo proprio dalle loro parti, la loro attenzione fu attirata da una sagoma che avanzava nella semioscurità. Sulle prime furono presi da un senso di sconforto, ma poi realizzarono che il maligno attaccava a cavallo, mentre chi si avvicinava, lo stava facendo a piedi. In più si trattava chiaramente di una donna... e che donna: un’elfa!

“Possiamo fare qualcosa per voi?”, chiese premuroso il più alto in grado.

“Si”, rispose Isys con noncuranza.
“Vengo dalla fortezza dell’anello e sono qui per far fronte alla vostra richiesta d’aiuto. Con chi devo conferire per avere istruzioni ed ulteriori informazioni?”.

Al sentire le parole fortezza dell’anello le guardie rabbrividirono. Non avevano davanti agli occhi una semplice elfa, ma un’elfa oscura. era chiaro che non avrebbero dovuto farla
irritare o ne sarebbe valso della loro stessa vita.

“Beh? Cos’è... il gatto vi ha morso la lingua per caso?”, chiese Isys, infastidita dal silenzio causato dalle sue parole.

Non aveva tempo da perdere, ma questi idioti evidentemente non l’avevano capito.
 
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view post Posted on 4/12/2009, 02:30
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Dio

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Le guardie rimasero rigide ed ammutolite dinanzi alla bella elfa oscura non si sa esattamente perché. Se fu per la tensione dovuta al suo allineamento o a causa della sua incredibile bellezza.
Ad interrompere le loro facce facce di pietra arrivò una guardia di grado superiore a quella dei due ad accogliere l'elfa oscura.
"Isys Felian?"
Domandò inizialmente per attirare la sua attenzione e per essere sicuro che fosse lei, poi appena se ne accertò continuò la sua frase voltandogli le spalle mantenendo un certo rispetto:
"Seguitemi!"
Il soldato cominciò a camminare addentrandosi nel quartier generale di Dol Amroth, dove si trovano i cavalieri pesanti del Rhovanion, secondi solo alla cavalleria leggera versatile di Rohan.
Nell'addentrarsi si imbatterono in alcune salme coperte da bandiere raffiguranti l'emblema dei cavalieri di quella regione. I corpi venivano caricati su un carro, per finire probabilmente in qualche fossa.
Arrivato ad un grande tendone la guardia si fece da parte aprendo un versante di quella tenda e fermandosi con un leggero inchino invitando l'oscura ad entrarvi.
Una volta che sarebbe entrata l'avrebbe seguita annunciando il generale di una presenza che attendevano.
"Generale è arrivato il supporto dalla fortezza dell'anello!"
"Bene soldato...puoi andare!"
"Sissignore!"
Proseguì l'uomo con un saluto militare salutando l'elfa con il tipo gesto di cortesia utilizzato tra soldati. Battè il pugno sulla corazza leggermente chinato in avanti e poi uscì.
"La sua presenza qui non è un semplice aiuto da chi non sa cavarsela. I miei uomini in armatura non trovano nessun indizio, forse perché attirano l'attenzione e quelli senza armatura non fanno più ritorno. Le salme qui fuori sono i loro corpi bruciati. Purtroppo l'unico indizio che abbiamo sono nitriti e zoccoli di cavallo. Il resto è tutto un mistero. Non sappiamo se è un uomo, un demone, un cavaliere fantasma o il demonio in persona. L'unica cosa certa è che i fattori si stanno lamentando, hanno paura e una dopo l'altra viene bruciata una fattoria, da qualche parte. Quelle risorse sfamano gli stessi soldati. La situazione è abbastanza grave. Non sapevamo quale guerriero avesse mandato la fortezza dell'anello. Ma un elfo oscuro può esserci di grande aiuto. Se è un uomo non si accorgerà di voi, vista la vostra affinità con la natura. Il compito è semplice. Scovare la bestia e ucciderla. Se ciò non sarà possibile suonate questo corno. Attirerete le truppe e intrappoleremo quel dannato, chiunque o qualunque cosa sia. Riponiamo in voi le vostre speranze!"
Non avendo l'autorità per ordinarle il ritiro cominciò a spostare e controllare alcune scartoffie, noioso messaggio militare per invitare una persona ad andarsene.
Intanto ora Isys sapeva cosa fare, i passi successivi della sua missione venivano da se. Avrebbe setacciato la foresta in cerca di indizi sul responsabile. Visto il corno non c'era molto da temere se avesse avuto difficoltà. Inoltre la fortezza avrebbe pagato bene la sua missione se l'avesse portata a termine.

SPOILER (click to view)
La foresta si trova a sud-ovest dirigiti la. Non so ancora se spingerti in enigmi per trovare la bestia o se farti fare qualche scontro e poi farti arrivare direttamente al tuo avversario. Aspettati di tutto!
Per ora ferma il tuo post quando sarai nella foresta dicendo che trovi il terreno smosso e con zolle irregolari, fermati ad analizzarle senza scrivere nulla a proposito scriverò io nel prossimo post i dettagli di ciò che vedi.
 
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Miharu Kudo
view post Posted on 5/12/2009, 12:21




“Isys Felian?”, una voce, alle spalle delle guardie, interruppe quegli attimi imbarazzanti.

Isys guardò nella direzione da cui le parole erano giunte e vide un altro soldato. A giudicare da come era vestito doveva essere di grado superiore agli altri due.

“Si”, si limitò a rispondere, evitando inutili e a lei poco graditi convenevoli.

Non amava il contatto con il prossimo, specie se si trattava di esseri umani. Li trovava detestabili: ai suoi occhi erano solo capaci di pavoneggiarsi per meriti che non avevano; quando però la situazione diventava critica, non solo non erano in grado di fronteggiarla, ma chiedevano l’aiuto a chi sin dal principio era a loro superiore, molte volte senza neanche ringraziare.
Mentre faceva queste riflessioni, il soldato le aveva chiesto di seguirlo, per condurla da chi le avrebbe spiegato meglio a cosa sarebbe dovuta andare incontro.
Un acre odore di bruciato giunse al suo naso, attirando la sua attenzione, mentre percorrevano il breve tratto di strada. Nei paraggi però non si vedeva nulla che il fuoco avesse consumato, sino a ridurlo a poco più di un tizzone. Tutto fu più chiaro quando l’elfa scorse degli strani cumuli, ricoperti da bandiere della cavalleria di Rhovanion: la puzza si faceva più intensa, mentre costeggiavano alcuni soldati indaffarati a caricare i corpi dei loro commilitoni su un carro. Probabilmente erano rimasti uccisi da ciò che stava provocando tutto quel trambusto.
Tirò dritta, senza dire nulla. A lei, in fondo, poco importava della sorte di quelle persone. Era lì principalmente per due motivi: il denaro e la noia.
L’accampamento intanto pullulava di soldati, intenti nelle varie incombenze affidate loro dagli ufficiali: c’era chi controllava il proprio armamento, lucidando spade e scudi, chi si occupava dei cavalli, impastoiandoli a dovere, oppure ferrando gli zoccoli, spazzolandoli e preparandoli per un eventuale scontro. Qualcuno stava preparando da mangiare: un grosso paiolo bolliva su un grande fuoco, e il cuoco rimestava di continuo, per evitare che lo stufato si attaccasse al fondo e bruciasse, suscitando le ire di chi poi l’avrebbe mangiato.

Classica vita da accampamento, pensò Isys.

Non era la prima volta che aveva l’occasione di osservarla. Ai lati del sentiero che percorrevano erano ordinatamente schierate le tende: a seconda della loro conformazione e delle dimensioni era possibile distinguere quelle degli ufficiali da quelle dei soldati semplici.
Una in particolare svettava sulle altre e proprio lì il loro cammino terminò. Il soldato che l’aveva accompagnata scostò un lato della cortina che fungeva da spartiacque con l’esterno, invitandola con un breve inchino ad entrare. Isys varcò la soglia con decisione, preparandosi all’incontro con il generale che comandava la guarnigione.

"Generale è arrivato il supporto dalla fortezza dell'anello!", disse il soldato, per attirare l’attenzione del suo superiore.

"Bene soldato...puoi andare!", rispose questi, distogliendo lo sguardo dalle scartoffie che stava esaminando.

"Sissignore!", ribatté l’uomo, allontanandosi subito dopo aver salutato come si addice ad un buon soldato.

Isys non aveva ancora aperto bocca che il generale, evidentemente molto turbato per gli avvenimenti che si stavano susseguendo a ritmo serrato nella regione, la investì con un turbinio di parole, che nelle sue buone intenzioni dovevano metterla in condizione di agire per il meglio.
Nonostante la stanchezza per il lungo viaggio l’elfa aprì bene le orecchie e si preparò ad immagazzinare anche la più piccola informazione; ogni particolare anche il più minimo, sarebbe potuto tornarle utile, una volta in missione.

“I miei uomini in armatura non trovano nessun indizio, forse perché attirano l'attenzione e quelli senza armatura non fanno più ritorno”, aveva detto l’uomo.

Per forza... probabilmente c’e qualcuno che tiene d’occhio l’accampamento... Gli uomini con l’armatura sono facilmente individuabili anche da lontano, per come luccicano. Se poi c’è qualche spia che osserva questo luogo, quando i soldati escono disarmati il nemico ha gioco facile contro di loro. Mi chiedo però il perché di tanta brutalità... perché bruciarli, dopo averli eliminati, e non sgozzarli semplicemente? Forse i loro corpi potrebbero contenere degli indizi sull’identità dell’assalitore, eliminabili solo attraverso le ustioni..., pensava Isys, mentre quello continuava nell’esposizione.

“... L'unico indizio che abbiamo sono nitriti e zoccoli di cavallo...”.

Sì, questo lo diceva anche la richiesta di aiuto... potrebbe significare tante cose; l’unico modo per scartare delle ipotesi e considerarne altre è vedere le tracce con i miei occhi...

Il generale continuò, elencando le lamentele dei contadini e i problemi che la devastazione delle fattorie causava anche allo stesso esercito. Poi arrivò al dunque, con la tipica frase che gli esseri umani usavano quando se ne lavavano le mani, caricando tutti i problemi sul paladino di turno... e stavolta toccava a lei, Isys Felian, sbrogliare la situazione.

“Il compito è semplice. Scovare la bestia e ucciderla. Se ciò non sarà possibile suonate questo corno. Attirerete le truppe e intrappoleremo quel dannato, chiunque o qualunque cosa sia. Riponiamo in voi le vostre speranze!".

Eccola lì, la perfetta chiusa per il discorso... Riponiamo in voi le speranze... stronzate.

Una volta che conclusa la missione c’era da aspettarsi che il generale lì presente se ne arrogasse tutto il merito, ma ad Isys questo poco importava; a lei bastava intascare la somma pattuita per il disturbo. Se fosse stata in grado di sorridere, lo avrebbe fatto.
Prese il corno, che il generale le porgeva, e lo legò alla vita. In fondo, nel caso avesse avuto bisogno, un aiuto della cavalleria di Rhovanion sarebbe stato gradito; almeno non avrebbe dovuto fare tutto da sola.
Nel frattempo il generale aveva ripreso a darsi da fare con le sue amate scartoffie, segno che la conversazione era finita.
L’elfa oscura, girò i tacchi, producendo un leggero movimento dei suoi lunghi capelli rossi, quindi uscì di nuovo all’aperto.
L’oscurità aveva ormai ingoiato ogni cosa e le zone circostanti erano illuminate dai vari fuochi dell’accampamento, che brillavano in più punti. Anziché cercare un posto per trascorrere la notte, Isys decise di iniziare a muoversi da subito. Gli attacchi avvenivano probabilmente con il favore delle tenebre, perciò era meglio indagare con il loro favore. Raggiunse nuovamente l’ingresso dell’accampamento e senza battere ciglio oltrepassò le sentinelle, che ancora la fissavano con occhi sbarrati.

“Tsk... esseri umani”, mormorò Isys, dirigendosi verso la foresta, poco distante.

Aveva preferito muoversi a piedi, piuttosto che prendere un cavallo, perché così avrebbe dato meno nell’occhio. Inoltre doveva fare meno rumore possibile e solo a piedi poteva sfruttare al meglio le proprie facoltà elfiche. In breve raggiunse i primi alberi e di lì a poco scomparve oltre la fitta cortina vegetale, diventando un tutt’uno con il nuovo ambiente.
Avanzava lentamente, mantenendosi sul limitare del sentiero, pronta a rifugiarsi tra i rami degli alberi, qualora un rumore sospetto l’avesse messa in guardia. Fortunatamente la visibilità era buona e non c’era traccia di nebbia, per cui Isys poteva esaminare il terreno con tranquillità.
Camminò per un bel tratto, ma nulla di particolare saltava ai suoi occhi: poiché il sentiero era battuto di frequente, le tracce si mescolavano le une alle altre e non erano facilmente distinguibili. Decise di abbandonare il sentiero segnato. Forse sarebbe stata più fortunata, cercando nel sottobosco. Lì notare delle orme sarebbe stato più semplice.
Deviò verso sinistra e continuò a camminare, fissando con attenzione ogni minimo spostamento del fogliame o della terra. Trovò alcune tracce, ma erano chiaramente opera di cervi o di cinghiali, frequentatori della foresta. Procedette con pazienza, sino a che, ad un tratto, non vide qualcosa che la fece sobbalzare: eccola la traccia che cercava!
 
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view post Posted on 8/1/2010, 11:01
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A terra, proprio nel luogo in cui l'elfa si stava avvicinando con estrema attenzione, spinta dalla certezza di una traccia importante per la pista che stava seguendo, presentava dei segni molto particolari.

Il terreno era brullo come scosso da una mandria di cavalli ma le orme erano quelli di un unico esemplare equino passato di li, probabilmente con una forza negli zoccoli molto al di sopra di quella comune per la sua razza, l'altro particolare degno di un'attenta analisi era il fatto che, attorno all'orma degli zoccoli, vi erano evidenti segni di bruciatura. Questo era un fatto alquanto strano. Quale tipo di creatura avesse potuto provocare un'orma simile con delle ustioni areali? Un centauro con poteri magici del fuoco? Sarebbe l'unica spiegazione attualmente accettabile.

Le tracce continuavano in avanti inoltrandosi in una boscaglia leggermente sulla sinistra della sua posizione iniziale. Lungo il percorso naturale, delimitato dagli alberi, i segni del passaggio della creatura erano sparsi ovunque. C'erano arbusti, liane, ciuffi d'erba, funghi e licheni dei tronchi con vistosi segni di bruciatura. Per fortuna un passaggio veloce non era sufficiente a fornire sufficiente calore per dare fuoco ad un'albero, altrimenti sarebbe un gran bel disastro. Tuttavia rappresentavano un ulteriore indizio. La creatura doveva essere di un potere eccezionale, le fiamme, a quanto pare, non venivano evocate all'occorrenza ma rimanevano sempre alte e vivide sul suo corpo rappresentando un pericolo per tutto ciò che tocca.
Un'altra cosa che poteva cominciare a serpeggiare nella testa dell'inseguitore, era la possibilità che gli incendi siano stati appiccati per caso durante un passaggio accidentale dalle fattorie, poche bruciature lungo il raccolto alimentate da una lieve brezza per poi tramutarsi in un disastro di grandi proporzioni.
Purtroppo, secondo le leggi vigenti nella terra di mezzo le creature pericolose non vanno tutelate, e figuriamoci se la sete di ricchezze dell'elfa poteva essere colmata semplicemente risolvendo il mistero e salvando due poveri fattori.
Pur di mettere le mani sull'oro della ricompensa avrebbe ucciso il primo centauro con la pipa in bocca solo perchè vagamente sospettabile.
Intanto la boscaglia si faceva più fitta e le distanze tra gli zoccoli si facevano maggiori, segno che la creatura stava rallentando il suo passo. Le bruciature si facevano maggiori e più grandi, ora era possibile persino vedere in alcuni punti i tronchi leggermente anneriti.
Queste osservazioni non erano di buon auspicio e l'elfa doveva affrettarsi a trovare quell'essere prima che il bosco possa rimanere gravemente traumatizzato da questo incontro troppo caldo.

CITAZIONE
Stai andando alla grande...nulla da segnalare. Per farmi scusare dei lunghissimi tempi di attesa della missione ti farò affrontare un centauro di livello 3 e poi l'incubo di livello 2. Sono sicuro che potrai farcela e se subisci troppe ferite nel primo scontro ti faccio trovare qualche erba curativa. In questo modo ti faccio valere la quest per due livelli e poi devo anche premiarti per le due quest che stai portando avanti in modo assolutamente impeccabile come quest mster!

 
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Miharu Kudo
view post Posted on 8/1/2010, 13:06




Zoccoli... una serie profonda di tracce lasciati da un quadrupede ungulato aveva smosso profondamente il terreno privo di vegetazione.
Isys si avvicinò, per meglio esaminare la traccia che aveva notato. A giudicare dalla forma, dallo spessore e dalla tipologia dell’orma doveva trattarsi di un unico esemplare equino. Fin qui niente di particolare, se non fosse stato per l’alone di bruciato che circondava le orma e che si notava anche lungo la scia lasciata da chi era passato di lì per giunta di tutta fretta, forse al galoppo. Gli arbusti che erano venuti a contatto con l’essere che aveva lasciato quelle tracce apparivano ora rinsecchiti e a tratti carbonizzati, come se una costante inestinguibile fiamma fosse insita nella natura di tale personaggio.

Ecco quindi il perché dello svilupparsi di tanti incendi nel territorio circostante. Il problema ora era stabilire se tale individuo ignifero fosse senziente oppure no. Nel primo caso, più che vedere una volontà piromane nel suo comportamento, c’era da chiedersi se e quanto avrebbe opposta resistenza in un corpo a corpo. Ciò che all’elfa interessava non era tanto ridurlo alla ragione, quanto agevolare il suo passaggio a miglior vita, così da consentirle di ritirare il compenso pattuito e tornare al più presto alla fortezza, dove aveva ancora qualche faccenda da sbrigare.
Nel caso invece si fosse trattato di una semplice bestia, la faccenda sarebbe stata più semplice: mancando di astuzia e intelligenza, probabilmente si sarebbe lasciata sconfiggere con un paio di colpi bene assestati.
Isys rimuginava su queste supposizioni, mentre continuava a seguire le tracce all’interno della boscaglia. L’aumentare delle fronde e dei cespugli avevano rallentato il passo della sua preda, che ora procedeva con più calma. Inoltre i segni di bruciatura si erano fatti più grandi e intensi, fatto che indicava un contatto più prolungato con le piante. L’elfa toccò la vegetazione ustionata con le esili dita; era ancora tiepida e da essa si propagava un tenue odore di bruciato. Continuando ad avanzare notò che da alcuni arbusti si levava ancora un leggero fumo.
La preda era sempre più vicina: doveva tenere occhi e orecchie bene aperti.

“Dark”, mormorò.

Il vampiro, sino a quel momento rimasto addormentato tra i suoi capelli, rapidamente spiccò il volo, perfettamente conscio del compito che gli veniva richiesto. Scomparve tra i rami, usando il suo sonar naturale per individuare qualsiasi forma di vita sospetta. Nel frattempo Isys si arrampicò su un tronco e, saltando agilmente da un ramo all’altro, proseguì la sua avanzata. Voleva sfruttare il suo vantaggio sino in fondo.
Le orme puntavano senza incertezze in una sola direzione: cosa avrebbe trovato una volta raggiunto il suo obiettivo? Cosa doveva aspettarsi? Agiva da solo o per ordine di qualcuno? Se la situazione fosse precipitata aveva pur sempre il corno datole dal comandante della guarnigione, ma voleva evitare di usarlo. Pensava che, se vi avesse ricorso, probabilmente la ricompensa sarebbe diminuita e non aveva alcuna intenzione di privarsi del piacere di una solo delle monete d’oro che avrebbe ricevuto.
Un rumore di rami spezzati fermò il libero corsi dei suoi pensieri. Qualcuno, o forse qualcosa, sotto di lei, si era mosso. In quell’istante Dark fece il suo ritorno e si posò placidamente nel suo nascondiglio, tra le scapole della donna.
Ecco... vedeva qualcosa muoversi qualche passo sulla destra... Cosa era?

SPOILER (click to view)
perdona il post troppo breve, ma non sapevo che altro aggiungere... sono curiosa di affrontare questi validi avversari e di prendere i dindini della ricompensa... muahahah! Cercherò di dare il meglio, come sempre
 
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view post Posted on 8/1/2010, 14:53
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Dio

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La caccia era ormai al termine e la preda, o il predatore erano dinanzi ad Isys. Una possente figura si ragguardava bene dai rumori provenienti dal bosco e il tentativo di furtività dell'elfa era servito a ben poco non sapendo di avere di fronte una creatura che poteva vantarsi di avere un udito invidiabile.
"E' da tempo che non venivo inseguito da una giovane fanciulla!"
Disse la creatura ad alta voce dando, ormai la certezza che l'elfa era stata scoperta.
Dinanzi a lei vi era un centauro dal colore del manto marrone e da una corporatura possente e robusta. Tra le mani brandiva una scure fiammeggiante. Il centauro non c'entrava nulla con i disastri delle fattorie, ma quell'oggetto mistico rappresentava un problema. Ardeva di fiamme proprie e alcune scintille scendevano al suolo lasciando evidenti segni di bruciatura.
Chi mai non avrebbe sospettato di un essere simile. Quelle fiamme rappresentavano l'unica certezza, le orme riconducevano a lui, il resto aveva scarsa importanza.
Il centauro tuttavia, non poteva sapere dei disastri che stavano spaventando i fattori e non poteva nemmeno sapere le intenzioni della giovane inseguitrice.
Non avendo nulla da temere e non avendo colpe si avvicinò senza mantenere lo stato di guardia alta e dando alla giovane elfa maggior motivazione per dare inizio all'aggressione.
La creatura, intanto, forse un po inconsciamente, si avvicinava parlandole come se niente fosse facendo apprezzamenti che avrebbero scatenato l'ira di una qualsiasi fanciulla.
"Allora cosa vuoi da me dolcezza? Vuoi forse fare una cavalcata con me?"
Al termine di quelle parole guardava l'elfa insistentemente negli occhi leccandosi le labbra degustato da quel fiore velenoso da così piacente aspetto. Quello che ancora non sapeva e che sarebbe finito a sonnecchiare sotto qualche metro di terra.

CITAZIONE
Ho insistito con le provocazioni per tentare di oscurare la capacità di giudizio dell'elfa. Ovviamente tu sai che il centauro non c'entra ma Isys questo non lo sa. Lo scontro non dovrebbe essere complicato. Mi sembra un avversario che puoi battere. Comincia con lo scontro, a pochi istanti dalla morte l'ascia si estinguerà e capirà che ha preso un granchio. Il tuo vero avversario è qui nei paraggi!

 
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Miharu Kudo
view post Posted on 9/1/2010, 11:11




Merda! Ci mancava solo questa! , pensò Isys, quando realizzò cosa effettivamente si presentava davanti ai propri occhi.

Non le era mai capitato in precedenza di trovarsi di fronte ad un centauro! Cercò di rendersi invisibile, mimetizzandosi con il fitto fogliame, ma fu tutto inutile, perché di lì a poco quell’essere fiero e selvaggio parlò, rivelando così di essersi accorto della sua presenza.

"E' da tempo che non venivo inseguito da una giovane fanciulla!" , disse con un tono misto tra il divertito e lo sprezzante.
Isys poteva vedere chiaramente i suoi lineamenti, nonostante l’oscurità, a causa dell’oggetto che le sua mani brandivano: un’ascia fiammeggiante. Se anche prima l’elfa avesse nutrito qualche dubbio sulla sua colpevolezza, quell’arma magica ora le fugava ogni incertezza. E se anche il centauro avesse gridato ai quattro venti la sua innocenza, a lei ciò non importava; l’evidenza delle prove era contraria ad ogni sua vana supplica.
Prima di dare il via all’assalto, però, si soffermò a studiare l’avversario: voleva evitare qualche brutta sorpresa e porre fine allo scontro il più in fretta possibile. La creatura, alta quanto un uomo e mezzo, aveva sembianze umane sino al basso ventre; l’addome e le braccia erano scolpite da muscoli guizzanti, che sembravano vivere di vita propria. I lunghi capelli neri erano intrecciati abilmente, un piccolo vezzo della vanità dell’essere, e lo stesso si poteva dire della lunga barba, che giungeva sino al petto. La parte equina, invece, era di un marrone lucente. Il pelo corto era curato e lindo, come anche la nera e folta criniera: Le zampe erano robuste e terminavano con grossi e lucidi zoccoli, anch’essi del nero della notte. La coda, che ora si produceva in convulse frustate, quasi a segnalare lo stato di guardia dell’individuo, era ugualmente curata.

Forte, nervoso e vanesio... come tutti i cavalli , costatò silenziosamente la donna.

La cosa che più destava in lei preoccupazione però non era tanto la costituzione fisica dell’avversario, quanto la scure, che continuava a sprizzare scintille e a produrre fiamme vivide. Se la vegetazione fosse stata raggiunta da quelle lingue di fuoco, l’incendio che ne sarebbe conseguito avrebbe potuto causare gravi problemi: Isys non pensava tanto alla foresta o al vicino villaggio, quanto piuttosto a se stessa. Non amava particolarmente l’idea di una sua fine ad opera del sacro fuoco. Avrebbe preferito di gran lunga essere trafitta al cuore da un freccia scoccata da un abile arciere: meglio una morte indolore ed istantanea, che una lunga e tormentata.
Stava ancora rimuginando tra sé e sé, quando il centauro, per nulla turbato dalla sua presenza, riprese a parlare, rivelando quanto in realtà fosse rozzo e volgare.

"Allora cosa vuoi da me dolcezza? Vuoi forse fare una cavalcata con me?"

Si leccò voluttuosamente le labbra sottili, mentre proferiva quelle parole di dubbio gusto. Probabilmente pensava di ridurla all’obbedienza solo incutendole timore e di godersi poi il trofeo conquistato con poca fatica, ma non sapeva con chi aveva a che fare.

Isys tacque per un po’, lasciandogli l’illusione di avere colto nel segno con le sue provocazioni sessuali. Poi sorrise, di un sorriso gelido, l’unico di cui fosse capace. Non provare emozioni aveva i suoi vantaggi.

“Tesoro, chi ti dice che alla fine dei giochi non sarò io a fare una bella cavalcata su di te? Anzi... ripensandoci, poiché provochi in me solo disgusto, come tutto il genere maschile, credo che prima di infliggerò atroci tormenti, solo per il piacere di sentirti implorare pietà, per le tue parole insensate... poi, quando sarai allo stremo ed in mia totale balìa, ti strapperò il cuore ancora pulsante dal petto con queste mie mani affusolate e lo guarderemo insieme spegnersi. Sarà l’ultima cosa che vedrai, prima che la morte ti porti via sul suo carro funesto. Potresti essere fortunato: magari decide di concederti l’onore di fare parte del tiro a quattro che la conduce dove più c’è bisogno di lei...”.

Non attese la replica del centauro. Mentre parlava, infatti, aveva già impugnato saldamente il bastone con entrambe la mani. La gemma rosso sangue, incastonata sulla sommità dell’arma lignea, iniziò ad emanare una luce sinistra, gettando ombre inquietanti sull’elfa e su ciò che la circondava. Sussurrò alcune parole nell’antica lingua degli elfi e mentre la magia prendeva consistenza, i suoi occhi divennero d’un rosso vivo. Un forte turbine si levò dal basso verso l’alto, circondandola e provocando lo scompiglio dei lunghi capelli ramati. Una volta raggiunto l’apice, il vento magico riprese la caduta libera, con rinnovato vigore, insinuandosi nel terreno. Poi la calma. Sembrava che nient’altro dovesse accadere, che tutto si fosse esaurito in quel colpo elementare, ma non era così. Improvvisamente, dalla terra smossa dagli zoccoli del centauro spuntarono dei germogli neri. questi si moltiplicarono ad una velocità sorprendente, crescendo allo stesso tempo anche in altezza e spessore: divennero dapprima semplici rami, privi di foglie, ma carichi di spine acuminate, tanti appuntite quanto velenose; quando raggiunsero il culmine della crescita, avevano ormai ricoperto l’ambiente circostante il centauro, lasciandogli poco spazio per il movimento. Infine dei neri boccioli comparvero tra i rami rinsecchiti; presto sarebbe cominciata la fioritura...


SPOILER (click to view)
Attributi del personaggio:

Forza fisica: 50
Difesa fisica: 40
Potere magico: 70+50+10 = 130
Resistenza magica: 60+50 = 110
Agilità: 80
Potere della razza: Vista elfica: costo passivo [0%] - Gli attacchi con l'arco da lunga distanza hanno più probabilità di andare a segno tuttavia infliggono un danno minore.

Armi:
* arco elfico: è il classico arco degli elfi, che Isys maneggia con grande abilità. è adatto per gli attacchi da media e lunga distanza.
* bastone magico: è un bastone, ricavato dal legno della foresta degli ent. Può assumere qualsiasi forma Isys desideri. Inoltre, sulla sommità è presente una struttura metallica, fatta di elettro, su cui è incastonata una gemma rossastra, che emana una forte energia oscura, che da maggiore potenza alle magie dell’elfa.
*pugnale: è una piccola arma, che Isys tiene tra i capelli, come fermaglio. Lo usa solo se costretta, nei combattimenti ravvicinati. La lama è intinta in un potente veleno, che penetra nell’organismo anche attraverso un semplice graffio.

Abilità utilizzate:
* giardino velenoso: si tratta di un fitto sistema di cespugli di rose nere; dotati di spine velenose che indeboliscono il malcapitato, risucchiandogli il 5% di energia ad ogni turno. Costo alto (25%).

Energia: 140-25 = 115%

 
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view post Posted on 9/1/2010, 16:39
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Le parole del centauro crearono ribrezzo nella giovane elfa che dapprima gli fece un sorriso, come ad indurlo a pensare che le sue parole avessero convinto la giovane a cedere alle sue avance poco cavalleresche. Sul volto dell'ibrido si dipinse un beffardo e sadico sorriso mentre ne guardava le fattezze fisiche così affusolate e sinuose e allo stesso tempo cariche di malignità e ritrosità. Il guerriero con gli zoccoli la guardava in ogni suo punto immaginandone le nudità quando i suoi desideri, se così potevano definirsi, pacifici vennero mutati da parole acute e velenose.

“Tesoro, chi ti dice che alla fine dei giochi non sarò io a fare una bella cavalcata su di te? Anzi... ripensandoci, poiché provochi in me solo disgusto, come tutto il genere maschile, credo che prima di infliggerò atroci tormenti, solo per il piacere di sentirti implorare pietà, per le tue parole insensate... poi, quando sarai allo stremo ed in mia totale balìa, ti strapperò il cuore ancora pulsante dal petto con queste mie mani affusolate e lo guarderemo insieme spegnersi. Sarà l’ultima cosa che vedrai, prima che la morte ti porti via sul suo carro funesto. Potresti essere fortunato: magari decide di concederti l’onore di fare parte del tiro a quattro che la conduce dove più c’è bisogno di lei...”

Il volto della bestia si incrinò con uno sguardo cupo e minaccioso. La scure che brandiva venne stretta con vigore con entrambe le mani e le fiamme divamparono vive sulla sua lama come in un rogo di streghe. Fine che la bestia voleva infliggere alla sua avversaria. Ella brandiva un bastone con una scarlatta pietra sulla sommità che cominciò a irradiare l'area del suo vivido colore. Dalla sua bocca vennero emise altre parole ma non furono comprensibili dal suo avversario perché in lingua elfica antica.
Una folata d'aria pervase la zona portando con se un incantesimo davvero potente. LE correnti d'aria svolazzarono al suolo alzando e diradando i vari ciuffi erbosi tra i quali cominciarono a crescere rigogliosi rovi vegetali che si innalzavano copiosi al suolo. Un lungo e impenetrabile intreccio di cespugli spinosi che ferirono il centauro durante la loro crescita provocando fastidiosi tagli agli zoccoli. Dai vuoti rovi di quel lugubre spettacolo vegetale spuntarono rose nere che iniettarono il loro nero veleno su tutti i loro rami.
Il centauro gli taglio energicamente con la sua scure facendoli prendere fuoco e distruggendo in poche sferzate quel fastidioso giardino.

"Piccola impertinente! Credi che basti qualche rosa con spine per fermarmi? Avresti fatto meglio a...ma che diavolo?!"

Qualcosa bloccò le parole della creatura che cominciava a vedere annebbiarsi la vista e a vedere le cose in modo non proprio nitido.
Incuriosito da cosa gli stava potendo accadere afferrò un groviglio annusandolo energicamente per percepirne l'odore.
La stretta sui rovi ormai rinsecchiti dalle fiamme si fece più salda sgretolandoli. Con in volto uno sguardo furibondo, la bestia aggiunse:

"Rose di Edera...mi hai avvelenato maledetta! Prima ti distruggerò e poi questo bosco è pieno di Espodene. Ci hai provato ma preparerò un antidoto prima che tu riesca a dire AIUTO"

I muscoli delle braccia raddoppiarono di dimensioni con venature evidenti segno di grande sforzo durante il quale riusci a muoverle con assoluta velocità. Afferrò istantaneamente una moltitudine di frecce e prima che occhio comune potesse accorgersene vennero tutte scagliate verso l'alto per poi riscendere verso il basso a creare una freccia di una trentina di frecce.
Il centauro si preparò dunque allo scontro riponendo il suo arco e brandendo la scure pronta allo scontro corpo a corpo.

CITAZIONE
Attributi del personaggio:
Forza fisica: 100+60=160
Difesa fisica: 100+50=150
Potere magico: 30
Resistenza magica: 30
Agilità: 140

Energia: 180%

Armi: Ascia mistica capace di emettere fiamme, arco e frecce

Abilità:
Effetto veleno: costo basso [5%] - Non è una vera e propria abilità. Ma serve per segnalare il consumo di energia mangiato dalle tossine.
Pioggia di frecce: costo medio [15%] - Lancia una salva di frecce in aria facendole riscendere al suolo come una pioggia. Estremamente difficili da evitare tutte.

Livello: 3

Senso: Udito

Energia rimasta: 160%

 
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Miharu Kudo
view post Posted on 12/1/2010, 13:45




Il simpatico centauro perse tutto il senso dell’umorismo, quando si rese conto che l’azione seguita alle parole di Isys, apparentemente un giardino fiorito di poco conto, era in realtà una trappola velenosa. Certo, riuscì a ridurne gli effetti, grazie alla sua conoscenza della natura e alle proprie capacità fisiche. ma il fatto di essere stato giocato su un terreno a lui favorevole lo irritò parecchio.
Mostrò quindi tutta la sua stizza riducendo in cenere i rovi che l’elfa aveva creato, grazie alla scure magica in suo possesso. Quindi, come se ciò non bastasse, lanciò in aria un nugolo di frecce, che ricaddero al suolo, dardi mortiferi, pochi istanti dopo, simili a fitte gocce di pioggia appuntite.
Isys aveva osservato il gesto dell’avversario con curiosità, pensando si trattasse del lampante esempio della stupidità ferina; tuttavia mutò parere, quando vide le frecce mutare direzione e dirigersi inesorabilmente al suolo; alcune erano completamente fuori mira, ma altre, le più insidiose, puntavano dritte verso di lei ed erano troppo veloci perché, scansandosi potesse evitarle.
Istintivamente sollevò il bastone, quasi quel nodoso pezzo di legno potesse ripararla dalla pioggia metallica che si stava per abbattere su di lei.

“Scudo ligneo!”, gridò.

Come animata di vita propria, la verga mutò forma all’istante, tramutandosi in un grande scudo rotondo; la sua speranza era che vi si conficcasse il maggior numero di frecce possibile. Tuttavia, non tutto il corpo poteva essere protetto dall'attacco aereo; così alcune frecce raggiunsero il suo braccio sinistro, in parte esposto, provocandole alcune lecerazioni.

“Tesoro... quanto sei irascibile”, disse con finto desiderio, mentre si portava alla bocca il dito insanguinato, dopo aver ripulito con esso le ferite.

Adorava il sapore metallico del sangue e sentirlo in bocca le dava una certa eccitazione, unica emozione che, di tanto in tanto, amava concedersi.Il nemico, intanto, si era liberato dell’arco e della faretra, quasi volesse invitarla ad un corpo a corpo.

“Mmmm... neanche ci conosciamo e già vuoi fare la lotta con me? No no, bambino cattivo. Non mi concedo mai al primo appuntamento!”, lo schernì.

Nel frattempo lo scudo aveva ripreso la forma originaria; solo allora Isys scostò una ciocca che le ricadeva sul lato destro del viso e iniziò a giocherellare con il lungo orecchino piumato; non era dato sapere se fosse solo scena o se si trattasse di qualche nuova magia. Tuttavia, di lì a poco, una nebbia sorta da chissà dove, avvolse col suo manto ovattato ogni cosa nei paraggi. Quando la visibilità fu ridotta al punto tale da impedire all’avversario, ma non all’elfa, di distinguere i contorni delle cose, la maliarda prese con movimento fulmineo l’arco, lo tese con decisione e incoccò in rapida successione tre frecce: la distanza era alquanto ridotta e lei poteva distinguere il fuoco dell’ascia attraverso il grigiore della nebbia magica; perciò indirizzò la prima freccia verso il punto in cui scorgeva le mani del centauro. La seconda fu invece indirizzata verso il basso: voleva colpirgli una delle zampe, così da azzopparlo. Puntò le terza, invece, sulla spina dorsale; se fosse andata a segno avrebbe interrotto le connessioni tra il sistema nervoso periferico e gli arti posteriori, producendo l’immediata paralisi.

SPOILER (click to view)
Attributi del personaggio:

Forza fisica: 50
Difesa fisica: 40
Potere magico: 70+50+10 = 130
Resistenza magica: 60+50 = 110
Agilità: 80
Potere della razza: Vista elfica: costo passivo [0%] - Gli attacchi con l'arco da lunga distanza hanno più probabilità di andare a segno tuttavia infliggono un danno minore.

Armi:

* arco elfico: è il classico arco degli elfi, che Isys maneggia con grande abilità. è adatto per gli attacchi da media e lunga distanza.
* bastone magico: è un bastone, ricavato dal legno della foresta degli ent. Può assumere qualsiasi forma Isys desideri. Inoltre, sulla sommità è presente una struttura metallica, fatta di elettro, su cui è incastonata una gemma rossastra, che emana una forte energia oscura, che da maggiore potenza alle magie dell’elfa.
*pugnale: è una piccola arma, che Isys tiene tra i capelli, come fermaglio. Lo usa solo se costretta, nei combattimenti ravvicinati. La lama è intinta in un potente veleno, che penetra nell’organismo anche attraverso un semplice graffio.

Abilità utilizzate:

* nebbia paralizzante: è una nebbia magica, che Isys utilizza per bloccare il nemico, il quale, semplicemente per esserne venuto a contatto, resta immobile e risulta indifeso al successivo attacco. Costo basso (5%).

Energia: 115 - 5 = 110 %

Danni subiti: ferite al braccio sinistro.
 
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view post Posted on 4/3/2010, 15:36
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Dio

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Dopo aver scagliato la salva di frecce, l'elfa si servì di uno stranissimo sortilegio per dotarsi di uno scudo tonto che fece da bastione tra se stessa e l'attacco che fendeva inesorabilmente l'aria scendendo al suolo e trovando lei nel mezzo con la possibilità di ferirla mortalmente con i numerosi danni.
Nonostante l'incanto avesse bloccato quasi la totalità dei danni, qualche freccia riuscì comunque a raggiungere il corpo della bella creatura che rimase segnato da qualche leggera ferita. Mentre si leccava le dita insanguinate dopo aver pulito la ferita fece drizzare il pelo al centauro che avrebbe voluto tanto avere quella donna per se. Incantato da quella visione, l'intera zona fu pervasa da una strana nebbia, l'odore era strano e sembrava saturo di magia. Sicuramente un'altro gioco di quella strega tanto ammaliante.
L'unico vero problema è che la nebbia non era semplicemente studiata per ostacolare la vista. La sua presenza sul campo bloccò i movimenti del centauro che non riusciva più a muoversi.
"Dannata strega!!!"
Ma mentre diceva questo tre frecce vennero scagliate nella nebbia non distinguendone ne la posizione ne la traiettoria colpirono tutte il centauro. Una al polso lasciando cadere l'ascia, una alla zampa anteriore sinistra e l'altro arriva qualche secondo dietro dall'alto centrando il fulcro nervoso della cervicale. Il corpo si paralizzò istantaneamente provocando un dolore atroce che fece riecheggiare il suo grido nella valle. Le fiamme della scure cominciarono a dar fuoco all'erba presente.
Il responsabile delle fiamme sembrava essere in trappola, ma il vero responsabile venne attirato dalle grida e dal fuoco.
Dall'interno della nebbia si videro fiamme altissime, non potevano essere quelle della scure e nulla avrebbe potuto prendere fuoco tanto velocemente. Delle grida si udirono all'interno della cortina nebbiosa e sembravano essere le grida del centauro.
Cosa poteva essere stato? Cosa stava succedendo?
Quando la nebbia si diradò una creatura demoniaca stava mangiando le fiamme della scure sino a lasciarla solo di freddo metallo. Era un cavallo che emetteva fiamme dal suo stesso corpo e non sembrava averne dolore, anzi, piacere.
Gli occhi demoniaci della creatura scrutarono l'elfa.
Imbizzarrendosi sulle zampe posteriori atterrò con vigore sulle anteriori mentre dalla bocca fuoriusciva una fiammata che sembrava muoversi in modo innaturale, probabilmente mossa dalla volontà del demone.
Le fiamme si dirigevano verso Isisi, e tentavano di imprigionarla in un vento di fuoco e fiamme. Il vortice era veloce e l'avrebbe presa se non avesse frapposto una difesa efficace.

CITAZIONE
Attributi del personaggio:
Forza fisica: 90
Difesa fisica: 90
Potere magico: 50+50=100
Resistenza magica: 50+50=100
Agilità: 70+10=80

Energia: 160%

Armi: Nessuna

Ferite subite: Nessuna

Abilità utilizzate:
Ciclone di fuoco: costo alto [25%] - Soffia una fiammata sul nemico che vortica si se stessa generando un enorme tromba di fuoco che ustiona gravemente il nemico.

Energia rimasta: 135%

 
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Miharu Kudo
view post Posted on 6/3/2010, 09:48




La tattica aveva funzionato perfettamente. Il centauro aveva subito dapprima la nebbia velenosa, che lo aveva immobilizzato come un salame, quindi le tre frecce saettate in successione da Isys lo avevano raggiunto nei punti prefissati. L’ultima in particolare era stata oltremodo efficace. I gangli nervosi erano stati spezzati e la parte inferiore della bestia era rimasta completamente paralizzata. Un solo inconveniente era scaturito dall’attacco: l’ascia fiammante, lasciata andare dall’arto ferito, aveva appiccato il fuoco all’erba circostante e le fiamme si erano propagate con velocità impressionante, probabilmente sia a causa della natura fatata di quel fuoco, sia a causa dell’erba semi rinsecchita. Il centauro divenne così vittima della sua stessa arma. Le fiamme avevano creato un alto cerchio intorno a lui, imprigionandolo in uno spazio sempre più stretto, e iniziavano a lambirlo pericolosamente.
Isys osservava la scena rapita. Per l’aria si propagava già un odore misto di erba e peli bruciati; di lì a poco l’ometto a quattro zampe sarebbe diventato carne arrosto e a lei non sarebbe rimasto altro che riportare la carcassa a Dol Amroth e riscuotere la ricompensa. Pensava già a quanti bei denari avrebbe guadagnato dalla faccenda, quando qualcosa attirò il suo sguardo.
Era stato un movimento fulmineo, un lampo guizzante tra la nebbia, come di una fonte luminosa, probabilmente un altro fuoco. Allora c’era qualcun altro che si aggirava nella foresta... o qualcos’altro.
La risposta le si palesò prima ancora che decidesse di andare a vedere di che si trattava. Il centauro, che sino ad allora non aveva emesso un suono, improvvisamente gettò un urlo disumano. Cosa mai stava succedendo oltre la cortina mista di nebbia, fumo e fiamme?
Con un gesto impercettibile della mano Isys dissolse la cortina velenosa, per meglio osservare. Contemporaneamente le fiamme, fino a pochi istanti prima alte e ruggenti, divennero sempre più flebili e basse, sino ad estinguersi. Sembrava che si fossero estinte da sole, ma no era così, L’autore di quel gesto si era ora portato a pochi centimetri dall’ascia e a giudicare da come le fiamme che la animavano si stavano estinguendo, le stava divorando!
Isys non aveva mai visto una creatura simile: aveva le sembianza di un nero destriero dal manto lucido e ben curato; tuttavia, al posto della criniera e della coda, si levavano vive fiamme rossastre, le stesse che si propagavano dagli zoccoli e che uscivano dalle froge, ogni qual volta emetteva un respiro. Immediatamente tutto si fece più chiaro e gli indizi che l’elfa aveva trovato lungo il percorso divennero prove lampanti: il centauro era stato un abbaglio, una vittima collaterale; il vero responsabile diella distruzione che aveva terrorizzato e messo in ginocchio i territori circostanti era quel cavallo demoniaco.
Il quadrupede, quasi stesse sentendo il corso dei suoi pensieri, alzò lo sguardo e la fissò. I suoi occhi erano neri come il manto e non era possibile distinguere le pupille, se mai ne aveva avute.
Con un agile movimento si sollevò sulle zampe posteriori, quasi un cavaliere invisibile lo avesse fatto imbizzarrire; quindi emise un potente nitrito, accompagnato da una poderosa fiammata, che fu subito dotata di vita propria. Infatti, anziché dirigersi verso il basso, come la forza del fiato avrebbe voluto, prese tutt’altra direzione, puntando vorticosamente verso l’elfa, ancora in cima all’albero.
Per quanto Isys fosse rapita da quella visione, doveva correre ai ripari, o sarebbe diventata un elfo carbonizzato.
Strinse convulsamente il bastone, mentre dal tronco su cui era appollaiata si generarono dei robusti rami, irti di spine. Sperava che riuscissero almeno in parte frenare l’avanzata delle fiamme, mentre lei, con alcuni balzi si spostava di lato, verso destra. Contemporaneamente fece levare di nuovo la fitta nebbia velenosa, così da inibire la vista dell’avversario e tentare di immobilizzarlo. Stavolta non avrebbe usato le frecce: aveva l’impressione che, una volta raggiunta la pelle dell’animale, si sarebbero arrostite. Prima di colpirlo con armi di legno e metallo doveva indebolirlo. Perciò decise di ricorrere al fedele Dark, che ancora stava sonnecchiando indisturbato tra i capelli.

“Sveglia mio fidato compagno... è ora di combattere. Ti divertirai un mondo, vedrai...”.

Dark non se lo fece ripetere due volte. spiegò le ali membranose e si levò in aria. Era immune dalla nebbia e grazie al suo sonar naturale poteva individuare facilmente il nemico al suo interno. Una volta trovato, si lanciò in picchiata verso di lui e giunto in prossimità del suo dorso cercò di colpirlo con i lunghi e potenti artigli, nel tentativo di causargli dei danni che permettessero alla sua padrona di portare a termine il lavoro. Gli effetti dell’attacco, se mai ce ne sarebbero stati, si sarebbero visti solo una volta che la nebbia si fosse dissolta, cosa che stava succedendo proprio ora...

CITAZIONE
Attributi del personaggio:

Forza fisica: 50
Difesa fisica: 40
Potere magico: 70+50+10 = 130
Resistenza magica: 60+50 = 110
Agilità: 80
Potere della razza: Vista elfica: costo passivo [0%] - Gli attacchi con l'arco da lunga distanza hanno più probabilità di andare a segno tuttavia infliggono un danno minore.

Armi:

* arco elfico: è il classico arco degli elfi, che Isys maneggia con grande abilità. è adatto per gli attacchi da media e lunga distanza.
* bastone magico: è un bastone, ricavato dal legno della foresta degli ent. Può assumere qualsiasi forma Isys desideri. Inoltre, sulla sommità è presente una struttura metallica, fatta di elettro, su cui è incastonata una gemma rossastra, che emana una forte energia oscura, che da maggiore potenza alle magie dell’elfa.
*pugnale: è una piccola arma, che Isys tiene tra i capelli, come fermaglio. Lo usa solo se costretta, nei combattimenti ravvicinati. La lama è intinta in un potente veleno, che penetra nell’organismo anche attraverso un semplice graffio.

Abilità utilizzate:

* nebbia paralizzante: è una nebbia magica, che Isys utilizza per bloccare il nemico, il quale, semplicemente per esserne venuto a contatto, resta immobile e risulta indifeso al successivo attacco. Costo basso (5%)
* giardino velenoso: si tratta di un fitto sistema di cespugli di rose nere; dotati di spine velenose che indeboliscono il malcapitato, risucchiandogli il 5% di energia ad ogni turno. Costo alto (25%).

Energia: 110 - 5 - 25 = 80%

Danni subiti: due profondi graffi al braccio sinistro..

Dark:
Abilità usate:
* Artiglio lacerante:gli artigli sono un'arma efficace nei combattimenti di tipo ravvicinato; quando il pipistrello colpisce provoca profonde ferite che non si rimarginano.

 
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view post Posted on 19/3/2010, 15:05
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Dio

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Mentre le fiamme si muovevano verso l'elfa lei si muoveva indietro tentando di ripararsi su un'albero e facendo partire da esso dei rovi avvelenati con l'intento di frenare l'avanzata. Gli arbusti però fece da combustibile conducendo le fiamme dritte dritte sino all'albero e mandandolo in fiamme.
Poco dopo una fitta nebbia riprese a fare da coltre alla zona di combattimento, forse con l'intento di ostacolare la vista dell'incubo e di paralizzarlo, la creatura demoniaca non si fece cogliere impreparata ed alzando le fiamme avrebbe creato un bunker che lo avrebbe protetto da qualunque cosa si sarebbe avvicinata e le alte temperature avrebbero anche contrastato il vapore acqueo della nebbia impedendo di raggiungerlo e di inibire i suoi movimenti.
Gli incantesimi dell'elfa erano certo infidi e giocavano sulla possibilità di mettere al muro il nemico mettendo in difficoltà la sua capacità di reazione. Ma la creatura sembrava molto decisa a non perire per mano sua.
La nebbia si stava ora dissolvendo e, sicuramente, ne il volatile ne l'elfa avrebbero tentato di attaccarlo se non volevano gettarsi direttamente nelle fiamme.
Correndo deciso contro la sua avversaria si alzò sulle zampe posteriori cercando di colpirla ripetutamente con i possenti zoccoli delle zampe anteriori con una modesta possibilità di ustionare le parti colpite.

CITAZIONE
Attributi del personaggio:
Forza fisica: 90
Difesa fisica: 90
Potere magico: 50+50=100
Resistenza magica: 50+50=100
Agilità: 70+10=80

Energia: 160%

Armi: Nessuna

Ferite subite: Nessuna

Abilità utilizzate:
Bunker di fiamme: costo medio [15%] - Genera una particolare barriera sferica che lo ricopre totalmente proteggendolo da ogni attacco magico. E' particolarmente inefficace contro gli attacchi fisici ma, in compenso, ustiona gravemente al contatto.
Pestone dell'incubo: costo basso [5%] - Si imbizzarrisce rizzandosi sulle zampe posteriori ed alzando le anteriori con il quale colpisce ripetutamente con gli zoccoli fino ad atterrare l'avversario.

Energia rimasta: 120%

 
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Miharu Kudo
view post Posted on 22/3/2010, 11:56




Fallimento totale... queste parole potevano riassumere tranquillamente ciò che era stato l’ultimo attacco di Isys. Doveva correre ai ripari, se non voleva fare la fine del pollo arrosto... Quelle fiamme potevano essere davvero insidiose: avevano dissolto la nebbia dome se niente fosse, e il calore emanato aveva dissuaso un qualsiasi attacco ravvicinato portato da Dark, che nel frattempo si era allontanato diretto chissà dove; forse la natura dell’avversario lo aveva impaurito.
Ora il cavallo demoniaco sembrava più infuriato che mai e senza indugiare oltre si stava dirigendo a gran velocità verso l’elfa, ancora appostata sul tronco. Si fermò proprio davanti a lei, sollevandosi sulle zampe posteriori e cercando di colpire il tronco con tutta la sua forza con quelle anteriori. Questo, combinato alle fiamme che avvolgevano gli altri, causò la vibrazione e la contemporanea combustione del legno vivo. Isys, fece appena in tempo a spostarsi con un balzo su un altro tronco, dopo essere stata lambita dalle fiamme che le avevano provocato alcune bruciature alle gambe, ma c’era da scommettere che il nemico non l’avrebbe lasciata perdere così facilmente, perciò iniziò a muoversi, saltando a zig zag tra gli alberi, per mettere una qualche distanza tra lei e l’avversario. Mentre era impegnata nel cercare di salvarsi la vita, Dark ricomparve tra i rami e iniziò a volteggiare sulla sua testa, un chiaro segnale che voleva essere seguito.

“Indicami la strada...”.

Immediatamente il pipistrello si mosse, ritornando nella direzione da cui era appena apparso. Essere ciechi sviluppa gli altri sensi: se Dark aveva sostituito la vista con il suo sonar naturale, aveva anche potenziato gli altri sensi, soprattutto l’udito e l’olfatto. E la presenza di acqua ha un suo odore caratteristico. Isys lo seguiva, tendo un occhio sempre diretto alle sue spalle, per verificare che il cavallo la stesse seguendo a sua volta. E a giudicare dai suoi nitriti furiosi e dalle fiamme che si alzavano sempre più vicine era proprio così.
Ad un tratto si bloccò. Proprio sotto i suoi piedi si apriva un piccolo strapiombo, sotto il quale era ospitato uno specchio d’acqua cristallina. Proprio quello che poteva fare al caso suo. Ora doveva solo fare in modo di farci finire dentro la bestia. Non ci pensò due volte. scese dal tronco, pronta a rischiare il tutto per tutto. Si voltò a attese immobile che il cavallo giungesse a pochi passi da lei. Contemporaneamente il bastone cambiò ancora una volta forma, divenendo una frusta. Isys iniziò a farla schioccare ripetutamente, ogni volta sempre più vicina al cavallo, per farlo innervosire ancora di più.

“Dai su, stupido quadrupede... fammi vedere quanto sei forte. Attaccami se ne hai il coraggio Io sono qui, no mi muoverò. Se vuoi la mia morte devi colpirmi con tutta la tua forza proprio qui, in pieno petto”, disse indicando il punto in cui batteva il suo gelido cuore.

Confidava nel fatto che lo strapiombo era nascosto alla vista altrui dalla fitta presenza di vegetazione.
Per fare avanzare ulteriormente la bestia ricorse ancora una volta alla creazione del giardino velenoso. Sapeva che le fiamme prodotte dal cavallo lo avrebbero fatto bruciar, ma il suo tentativo era quello di ridurre lo spazio di manovra del’animale alle sue spalle, costringendolo quindi all’attacco frontale. Se l’animale fosse piombato su di lei, come sperava, avrebbe fatto un balzo all’indietro, costringendolo a seguirla nel uso impeto, ma mentre questo sarebbe finito nell’acqua facendo un bel tuffo, lei avrebbe usato la frusta per appigliarsi ad uno dei tronchi che sporgevano sullo strapiombo, salvandosi di fatto. Doveva solo sperare nel fatto che il cavallo cadesse nella trappola...


CITAZIONE
Attributi del personaggio:

Forza fisica: 50
Difesa fisica: 40
Potere magico: 70+50+10 = 130
Resistenza magica: 60+50 = 110
Agilità: 80
Potere della razza: Vista elfica: costo passivo [0%] - Gli attacchi con l'arco da lunga distanza hanno più probabilità di andare a segno tuttavia infliggono un danno minore.

Armi:

* arco elfico: è il classico arco degli elfi, che Isys maneggia con grande abilità. è adatto per gli attacchi da media e lunga distanza.
* bastone magico: è un bastone, ricavato dal legno della foresta degli ent. Può assumere qualsiasi forma Isys desideri. Inoltre, sulla sommità è presente una struttura metallica, fatta di elettro, su cui è incastonata una gemma rossastra, che emana una forte energia oscura, che da maggiore potenza alle magie dell’elfa.
*pugnale: è una piccola arma, che Isys tiene tra i capelli, come fermaglio. Lo usa solo se costretta, nei combattimenti ravvicinati. La lama è intinta in un potente veleno, che penetra nell’organismo anche attraverso un semplice graffio.

Abilità utilizzate:

* giardino velenoso: si tratta di un fitto sistema di cespugli di rose nere; dotati di spine velenose che indeboliscono il malcapitato, risucchiandogli il 5% di energia ad ogni turno. Costo alto (25%).

Energia: 80-25 = 55%

Danni subiti: due profondi graffi al braccio sinistro. Diverse bruciature alle gambe.

 
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DarkLycan95
view post Posted on 27/3/2010, 17:24




CITAZIONE
Quest Conclusa.

Motivazione: Apertura Quest Globale in corso....
Compenso: +2 livello up

 
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14 replies since 18/11/2009, 12:47   140 views
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